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Permetti a Dio di farti risplendere


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Il desiderio di ogni vero credente è quello di piacere a Dio e di poter fare la Sua volontà ed è per questo che chiediamo al Signore di purificarci e di aiutarci ad essere più simili a Lui. Ciò costituisce un sentimento onorevole, di cui Dio si compiace; anzi, è Lui stesso che ci vuole aiutare in questo processo. Tuttavia a volte, forse, ci dimentichiamo in cosa questo consista.


La Bibbia, attraverso diversi esempi, fornisce una spiegazione di come il Signore opera in noi. In Malachia 3:3, ad esempio, c’è scritto: «Egli si metterà seduto, come chi raffina e purifica l’argento, e purificherà i figli di Levi e li raffinerà come si fa dell’oro e dell’argento; ed essi offriranno al Signore offerte giuste». Egli ci paragona all’oro e all’argento, due tra i metalli più preziosi al mondo; affinché essi possano essere utilizzati, però, devono necessariamente subire un elaborato processo di raffinazione. Innanzitutto, i metalli devono essere sottoposti a temperature molto elevate: questa è la fase più importante, perché consente di eliminare le scorie presenti nei corpi metallici e li rende più malleabili. Segue poi una fase di raffreddamento (che varia a seconda del materiale impiegato), la quale permette all’oro o all'argento di assumere la forma definitiva ed essere poi utilizzato.


Allo stesso modo, anche Dio talvolta ci sottopone a “temperature elevate” facendoci passare per il fuoco della prova. Può capitare di ritrovarsi in situazioni difficili, apparentemente insuperabili, e ci domandiamo perché Dio le permetta. Potremmo iniziare a pensare che Egli sia arrabbiato con noi o, al contrario, che non sia affatto interessato ai nostri problemi. Invece, è esattamente l’opposto. Il Signore ci ama così tanto e ci considera talmente preziosi che non vuole lasciarci nelle condizioni in cui siamo. Anche l’oro e l’argento, al loro stato originario, sembrerebbero delle comuni pietre grezze e senza valore. Ma è solo attraverso la raffinazione che può emergere tutta la loro lucentezza. Anche Dio vede in noi del potenziale, ma sa anche che l’unico modo in cui esso può venire in superficie non è lasciandoci nella nostra zona di comfort, ma ponendoci in situazioni scomode che, anche se in un primo momento possono risultare dolorose, producono degli effetti gloriosi nella nostra vita. Esse servono a portare in superficie quelle “scorie” che ancora risiedono nel nostro cuore e che ci impediscono di essere puri.


Ciò che è importante ricordare, è che anche se in questi momenti possiamo sentirci soli e abbandonati, non capiamo cosa stia accadendo e ci sembra di non poter sopportare un momento di più la prova, in realtà il Signore è lì seduto accanto a noi, veglia sulla nostra vita e non permette che il calore ci danneggi. Certamente il fuoco scotterà, potrebbe lasciare delle cicatrici, ma non ci consumerà, perché il Signore stesso ha promesso: « [...] io sarò con te; [...] quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato e la fiamma non ti consumerà, perché io sono il Signore, il tuo Dio, il Santo d’Israele, il tuo salvatore; [...] Perché tu sei prezioso ai miei occhi, sei stimato e io ti amo» (Isaia 43:2-4). 

Tutto ciò che Dio compie e permette, lo fa mosso dall’amore immenso che nutre nei nostri confronti; è proprio nei momenti in cui ci sentiamo più fragili e vulnerabili, che Dio ci modella per renderci sempre più a immagine e somiglianza di Gesù. 


Tuttavia, il fuoco non continuerà ad ardere per sempre, ma l’Orafo, al momento opportuno, procederà alla fase di “raffreddamento”. Come per i metalli, però, questa fase non ha la stessa durata per tutti. Per alcuni la prova potrebbe durare poco, per altri, invece, potrebbe protrarsi più a lungo ma, alla fine, ognuno ne uscirà affinato e formato, secondo quanto Dio aveva in mente. Come l’oro o l’argento, quando sono finiti, vengono impiegati per diverse mansioni, così anche noi risulteremo utili ed efficaci per lo scopo specifico che il Signore ha per la nostra vita e saremo in grado di generare un frutto che Gli sia gradito.


La raffinazione di Dio, quindi, non è una sofferenza fine a sé stessa, ma è la preparazione che ci serve per diventare uomini e donne adatti al Suo servizio. Non scoraggiamoci, quindi, se veniamo a trovarci in determinate circostanze, ma sentiamoci privilegiati e ringraziamo Dio nonostante tutto, perché Egli sta operando qualcosa di nuovo in noi, qualcosa che sul momento potremmo non essere in grado di scorgere, ma che al tempo opportuno verrà alla luce e sarà visibile anche a chi ci circonda.

Rafforziamo dunque la nostra fede in Lui, anche nel pieno dell’avversità, perché «or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno» (Romani 8:28). 


 
 
 

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